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Raif Efendi è un impiegato, un traduttore di lettere commerciali dal tedesco. Una figura curva sulla scrivania di un ufficio di Ankara, solerte, silenzioso, quasi invisibile, dallo sguardo distante e un po' enigmatico. Dalle pagine del suo diario balzerà fuori il ragazzo che a Berlino, molti anni prima, si innamorò in modo spropositato, potente, evocativo e irripetibile di un volto in un quadro, e poi della donna che uscì da quel ritratto. Un romanzo poetico e liquido che scende a scaldare la vita che avremmo potuto vivere ma abbiamo lasciato andare.